Lo Yoga con la sedia
Un nuovo modo di praticare lo yoga, per chi ha esigenze particolari, per chi vuole provare qualcosa di nuovo o semplicemente per affrontare la pratica da una nuova prospettiva.

Mi chiamo Angela e da qualche anno sono tornata in Romagna per gestire il mio studio Yoga in salotto.
Ho studiato a Milano da Maurizio Morelli, e una delle cose che mi ha sempre affascinata della sua scuola era la gentilezza sul corpo e l’attenzione per i dettagli dello stesso.
Durante il primo anno ci hanno insegnato le posizioni base, quelle cioè da cui tutto prende vita. E una di queste posizioni era il triangolo ruotato.
Prima di continuare devo però fare un passo indietro: mi sono avvicinata allo yoga perché mi hanno diagnosticato 3 ernie del disco
all'età di 17 anni. Ora, se sei un praticante di vecchia data, o un insegnante, sai che le torsioni fanno benissimo alla colonna se fatte in allungamento, e ancora di più sai che il triangolo ruotato è una torsione in piedi davvero intensa.
Durante le lezioni di Maurizio ero frustrata, perché proprio quel triangolo per me era doloroso, ero frustrata perché vedevo le mie compagne progredire e io che rimanevo sempre li. E così, come succede con certe posizioni, l’ho abbandonato.
Nel mio centro creai una classe di yoga argento: uno yoga dolce, supportato dalla sedia.
La svolta.
Iniziai a praticare il triangolo ruotato con la sedia: la prima volta che sentii quelle sensazioni mi sono commossa! Finalmente anche io potevo capire perché quella posizione era così bella, così magica. Alle mie signore la proponevo ad ogni lezione! Anche se non sono sicura che loro fossero entusiaste quanto me!
Perché ti ho raccontato tutto questo?
Perché oggi sono qui per proporti lo yoga con la sedia, e soprattutto proporti delle variazioni molto valide e che ti aiuteranno tantissimo anche nello yoga sul tappetino.
Partire dal triangolo ruotato è un po’ un azzardo perché viene appunto classificata come posizione intermedia, ma credo che in questo caso, per spiegarti quello che voglio trasmetterti, sia l’esempio perfetto!
Partiamo dalla questione anatomica del triangolo ruotato: faccio un breve elenco di alcuni muscoli che vengono maggiormente coinvolti in questa posizione (non spaventarti se non li conosci tutti, ti garantisco che anche tu li hai!):
• gran dorsale (si inserisce dalla colonna vertebrale fin sotto la spalla)
• grande gluteo (la porzione più grande ed esterna dei glutei che si inserisce fino al ginocchio)
• quadricipite (comunemente chiamato coscia)
• flessori (comunemente chiamato interno coscia)
• più una serie di piccoli muscoli che si attivano di riflesso a questi principali
Vorrei citarti quello che Leslie Kaminoff scrive nel suo bellissimo libro “Yoga Anatomy” ma ho paura di spaventarti (ed inoltre è materiale molto tecnico) e qui al momento non ci serve.
La bellezza energetica del triangolo ruotato sta nel sentire l’allungamento della colonna, l’apertura del petto e la torsione dei visceri. Tutto questo avviene se ogni gruppo muscolare è libero di muoversi in modo agevole e soprattutto di sostenere gli altri piccoli gruppi muscolari.
Molti dei miei praticanti sono lavoratori sedentari, e si portano dietro un carico di accorciamento muscolare dovuto a posture scorrette, non indifferente. Chiedergli di salire sul tappetino e dopo qualche saluto al sole fargli fare il triangolo ruotato mi sembra una tortura più che una lezione di yoga.
E quindi se decido di inserirlo nella sequenza, lo preparo con la sedia.
Cosa fa la sedia?
La sedia facilita il compito della colonna vertebrale, perché appoggiando la mano che rimane giù sulla sedia, il nostro punto di appoggia si alza rispetto alla terra, e quindi il busto e le anche hanno maggiore libertà di movimento.
Se il busto si rilassa, sarà più facile ottenere una corretta torsione della colonna in allungamento e una corretta torsione delle viscere. Questo inoltre comporta più stabilita nelle gambe (perché il triangolo ruotato è anche una posizione di equilibrio!).
Quando riusciamo ad entrare in posizione in rilassamento la muscolatura è più propensa a lasciarsi andare e soprattutto a registrare il beneficio della posizione.
Ora ti svelo anche un altro segreto: avevo paura di praticare la posizione senza sedia… ma ho provato… e ancora non c’è tutta quella magia, ma credo che manchi poco!
Ci sono pratiche di yoga che prevedono l’uso della sedia e le trovo molto valide, ma purtroppo penso che la sedia venga un po’ demonizzata perché “se la uso vuol dire che non sono capace”.
Anche io ci sono passata. Ma poi io e quella sedia li abbiamo parlato: è come quando vai a scuola o ti iscrivi al corso di cucito, lo fai perché alcune cose non le sai e le vuoi imparare. Ecco la sedia è la mia insegnante (di movimenti fisici che ignoravo ma super efficaci e di umiltà!).
Nel mondo del tutto e subito è difficile fare pace con questo concetto, e purtroppo ho visto che anche nello yoga è così, ma quando mi hanno proposto di scrivere ho subito pensato a Lei.
Perché quello che mi ha insegnato la sedia sul tappetino è difficile da spiegare a parole e ancora di più è difficile trovarlo in un maestro: arrendersi a sé stessi.
Angela Casadei
LoYoga Teacher